“Che tamarrata!” è quello che ho pensato quando ho scoperto che in Bolivia esisteva una cosa chiamata fighting cholitas. Questo succedeva la scorsa estate. Sulle prime ho pensato che fosse un’attività (uno sport?) tradizionale, poi guardando quello che usciva da Google mi montava la tristezza: signore boliviane che fingevano di pestarsi come bulletti adolescenti scoprendo i loro ben torniti cosciotti che normalmente restano nascosti sotto ai colorati abiti tradizionali. Circondate da pubblico urlante si tuffano sull’avversaria come Hulk Hogan perdendo tutta la flemma e la dignità che di solito accompagna i popoli andini; il tutto in un miscuglio di trash, sfruttamento di poveri diventati fenomeni da baraccone a beneficio dei turisti, imposizione di uno spettacolo (già ributtante di per sé) a una cultura a cui è completamente alieno. Questa la prima impressione.
Poi naviga naviga ho visto le foto pubblicate da Ivan Kashinsky sul National Geographic e ho iniziato a cambiare atteggiamento
Ho cominciato a pensare che se anche è uno sport aberrante, le foto che stavo guardando mi raccontavano qualcosa di interessante. Di uno spettacolo strambo ma non esattamente un baraccone allestito ad uso e consumo dei turisti, anzi molto seguito dal pubblico locale. Quindi lascio agli antropologi spiegare il senso di questa “cosa” in cui, nel contesto di una società machista, donne in costumi tradizionali si picchiano (ma per finta) tra di loro e anche con gli uomini, e mi godo le foto.
Poi, per uno strano caso, quest anno Daniele Tamagni ha preso un secondo premio al Word Press Photo sullo stesso argomento e a distanza di pochi mesi mi sono ritrovato di nuovo a guardare gonne svolazzanti di donne indio che si tuffano dalle corde del ring.
Daniele Tamagni – The Flying Cholitas
Stranezza, esotismo, spettacolarità… sicuramente ce n’è abbastanza da attrarre l’occhio di altri fotografi. (Per esempio ecco un set sul blog della Corbis). Badate bene, non li sto biasimando. Anzi, da italiano, da occidentale vedo benissimo la forza di questo racconto. Anche a partire da sensazioni ambigue come quelle che raccontavo all’inizio.
Del lavoro di entrambi i fotografi mi piace come si alternano immagini forti (e un po’ trash) con altre più delicate.
Daniele Tamagni, merita ricordarlo, è il fotografo di Gentlemen of Bacongo, un’altra storia strana e veramente particolare che avevo già avuto modo di apprezzare e che gli è valsa molti riconoscimenti. Se non conoscete la storia dietro le foto, andatela a leggere!
Daniele Tamagni – Gentlemen of Bacongo