Michael Wolf – Tokyo compression
Lo spunto per la stesura di questo post è stato la lettura de Il paese più stupido del mondo di Claudio Giunta, un libro sul Giappone dal titolo piuttosto infelice. Non è un pamphlet contro il Giappone e neanche un libro di viaggio sul Giappone, per lo meno non solo. E’ piuttosto una riflessione (su paesi diversi, culture clash e stereotipi) che un visitatore istruito si trova a fare a proposito dei propri pensieri su un paese tanto diverso dal proprio.
Leggendo delle cose che tutti sanno sul Giappone prima ancora di esserci andati (se ci siete già stati sostituite *Giappone* con *paese a vostra scelta dove non siete mai stati ma di cui conoscete gli stereotipi*) e di quali inevitabili luoghi comuni ci si trovi a visitare (lo stadio del sumo, il mercato del pesce, l’incrocio di Shibuya, gli onsen, i templi, i ciliegi, il Fuji, lo Shinkansen) mi sono messo a pensare a quei miliardi di foto inutili che si fanno per rappresentare cose che già conoscevamo prima della partenza e che non fanno altro che confermare (a noi, agli amici, agli archeologi del futuro) che sì, a Pisa c’è una torre inclinata, a Los Angeles una scritta sulla colllina e sulle spiagge tropicali le palme.
Visto che oggi non è infrequente l’esperienza di cambiare paese e la possibilità di fare delle foto ecco la domanda:
- cosa fotografereste in un paese di cui non sapete nulla?
- cosa fotografereste di un paese in cui non c’è nulla da fotografare? (in nessun paese c’è veramente il nulla, ma la sensazione “che ci faccio io qui con una macchina fotografica” l’ho provata più di una volta)
- cosa fotografereste in un paese di cui tutto ciò che sapete è banale o stereotipato?
Quante “cartoline” di questo tipo portiamo a casa dai nostri viaggi? Inseguendo quello che già sapevamo prima di partire, alla ricerca di un’immagine che a volte non esiste nemmeno (i sombreros in Messico: mai visto uno in testa a un messicano, svariati venduti ai turisti).
La foto in apertura è tratta da un lavoro di Michael Wolf sulla metropolitana di Tokyo che (sappiamo tutti senza esserci mai stati) viene farcita di passeggeri da appositi spingitori che stanno sulla banchina. Il lavoro che ne è uscito mi è piaciuto molto, guardando l’intera serie mi sembra una buona lettura di un fatto risaputo.
Bhe… forse fotografare proprio di proposito gli stereotipi dà modo di confutarli, verificarli, se non altro vederli in un’ottica fortemente personale.
E’ la prima volta che passo dal tuo blog e in generale lo trovo davvero interessante.
Anna
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Marco Risposta:
Febbraio 3rd, 2011 alle 19:51
Grazie!
Credo che a meno di scegliere apposta un paese non interessante (ma chi lo fa?) per ogni paese che visitiamo abbiamo già delle idee (e quindi delle immagini) in testa. A quel punto, come dici tu, inizia la verifica. Ed è difficile sottrarvisi: chi andando a Parigi per la prima volta si rifiuterebbe di passare dalla Tour Eiffel?
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