Ancora una mostra: Daido Moriyama, Visioni del mondo.
La mostra è ricchissima, ben 450 foto, ma considerando il metodo di lavoro di Moriyama direi che la quantità viene da sé. Dal video che ho messo in apertura si può vedere come vengano realizzate le foto. Lui esce di casa e scatta. Certo essere a Tokyo aiuta un bel po’, ma fino a un certo punto, perché Moriyama scatta a qualsiasi cosa veda. Raccoglie foto compulsivamente ma senza costruire un catalogo della realtà, soltanto un flusso di esperienze, talvolta di emozioni. Quando ho visitato la mostra non ho pensato a come fossero state realizzate, ma il video è illuminante. A me ha ricordato La passeggiata di Palazzeschi.
Il risultato sono foto (serie? giustapposizioni?) che esposte in mostra rendono al meglio: venti stampe vicine su una parete bianca: un cane, un lampione nella nebbia, una donna di schiena, una bocca che fuma. Visioni del mondo di Moriyama, senza filtro, a Modena fino al 14 novembre.
Io mi sono trovata spiazzata a volte dalle sue foto. Non c’è un filo conduttore, a volte neanche una vera foto. Poi guardi la prossima, e ancora una, e ti sembra di vedere nulla. Una pozzanghera sfocata, palazzi, persone vestite da sera, ma non sembra aver nessun senso. Certe volte ti lascia un’emozione, ma si può chiamare così se non sai cosa provi? E così passi da una stanzetta alla prossima, e solo quando ti metti a ridere davanti ad una serie di foto senza sapere perchè esattamente sai cosa sta succedendo. Come fotografo non fa un lavoro che merita, ma come osservatore e narratore di storie ti prende.
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