Un paio di mie foto del Melloblocco pubblicate su Bergsteiger e su Alp.
Adam Ondra on Alp
Barbara Zangerl on Bergsteiger
E qualche altra foto qui sotto.
Brush and climb
Per chi non lo sapesse (in fondo questo è ancora un blog di fotografia, anche se ultimamente fotografo sempre più in montagna) il Melloblocco è un grande (beh, probabilmente il più grande) raduno di bouldering al mondo. E il bouldering è quella specialità dell’arrampicata che prevede di salire dei massi più o meno alti senza corde o altra attrezzatura tranne un apposito materassino che attutisca la caduta.
Adam Ondra on Neanderthal
La foto di Adam Ondra (in breve per i non arrampicatori: il più forte dei forti) che ha scelto Alp mi piace: c’è un bel gioco di sguardi fra lui che sta provando uno dei passaggi più duri e la sua ragazza che lo para (il paratore è quella persona che aiuta l’arrampicatore a cadere sul materassino). E a rendere il contesto da sinistra spunta un fotografo che sta facendo un video con la reflex. Mi piace. In fondo, come ho detto, è un grande evento ed è molto seguito, per cui è inutile fare finta di aver fatto la foto da soli in uno sperduto boschetto di montagna.
Quello che non si vede in fotografia è che dietro e di fianco a me c’erano decine di altre persone che seguivano la scena, tra cui alcuni fotografi e tanti altri che facevano le foto. Se non vi è chiara la differenza provate a leggere qui (parentesi: da notare la differenza fra il tono del post di Benedusi e la seriosità di certi commenti).
Insomma, riguardando la foto mi sono accorto che tutte le manifestazioni pubbliche che ho fotografato ultimamente (per la cronaca una manifestazione sportiva, una folcloristica e una serie di concerti) pullulavano di “persone dotate di reflex”. La cosa non mi dispiace, né potrei o vorrei limitare il numero di fotografi presenti. Per il momento mi limito a notare che l’accoppiata reflex digitali a basso costo + social network sta pompando masse di nuovi fotografi nell’arena.
Il che ha sicuramente delle implicazioni sul mercato fotografico ma forse ancora più forti sulla realtà fotografata. Considerato che l’arrampicata non è uno sport abbastanza popolare da generare fenomeni di divismo, ho trovato dirompente la pressione del pubblico (fotografi, cacciatori d’autografi, etc.) sui personaggi più famosi (Ondra e Sharma). Per fortuna bastava uscire un po’ dal seminato per fotografare senza dover sgomitare.
Claudia Zangerl on Mellolista
Mi chiedo però, le foto che posso fare oggi presentandomi agli organizzatori, parlando con le persone, cercando un contatto personale, sono ancora possibili quando sei uno fra i troppi che arrivano, ti sbattono un obiettivo in faccia e poi vanno via?
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